Abel Hernandez ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport. L´attaccante del Palermo ha raccontato la sua vita fuori dal rettangolo di gioco. "Per papà e mamma sono solo Abelito. Prima viene la mamma, poi il figlio, fidanzata o moglie al terzo posto. Per chi fa il mio mestiere, il gol è l´emozione più alta. Poi la donna. Infine i soldi, ma senza soldi molti sogni non si avverano - ha dichiarato il numero 11 rosanero -. A Pando prendevo l´autobus, un´ora di strada e poi 5 km a piedi per andare al campo ogni giorno. Volevo fare l´architetto, poi al liceo ho capito che era impossibile. Con i primi soldi ho comprato una casa, grande e dignitosa, per i miei. E tanti vestiti, la moda dei rapper mi affascina e soprattutto scarpe. Ne ho più di 500 paia. Volevo giocare nel Penarol e ci sono riuscito anche se otto partite e tre gol sono pochi. La pazzia? Nel mio paese ho comprato una Bmw per 7 giorni, il tempo di una vacanza di Natale. Ho sborsato 40 mila dollari, poi l´ho rivenduta a 30".
"Al primo posto Hernandez, perché credo in me stesso. Gli altri pensino alla loro classifica - ha dichiarato il numero 11 del Palermo -. La Serie B e chi non la vince se non il Palermo? Lo scudetto alla Juve, è la più forte e completa".
"Mi ispiro a Ronaldo, ho sempre tifato per le squadre dove giocava. E´ stato il numero uno". Queste le parole di Abel Hernandez, intervistato dal Corriere dello Sport. L´attaccante del Palermo ha parlato dei suoi idoli. "Ghiggia, Schiaffino e Maspoli hanno vinto il mondiale al Maracana nel 1950, sono la leggenda del calcio uruguaiano. Mio padre me ne parla sempre - ha raccontato la ´Joya´. Lui risponde che era fortissimo, mia madre sostiene che era uno "del monton", cioè normale. Centrocampista, era destro e giocava a sinistra, numero otto. Si vede che non arrivava al dieci. Suarez o Cavani? Se fossi un allenatore li prenderei entrambi. E poi non posso scegliere".
Penarol-Nacional è uno dei derby più antichi del mondo, una sfida che non divide una città, ma un intero paese. A parlarne è Abel Hernandez, intervistato dal Corriere dello Sport. "Ho saltato il primo, mi hanno escluso anche dal secondo e sono scappato. Per noi quel derby è come Boca-River, molto più di Palermo-Catania - ha spiegato l´attaccante rosanero -, non ci possiamo proprio vedere. Gustavo Diaz e Adan Machado? Scelgo il primo. Giocavo in una categoria inferiore, mi portò in prima squadra al Central Espanol. Machado, il secondo, mi chiamò la Joya: quel soprannome mi piaceva e mi è rimasto".
"Ricordo con affetto Cavani e Pastore, siamo amici. Ho avuto, mi pare, tredici allenatori, il numero uno è stato Delio Rossi, mi ha convinto a restare, ha creduto in me, mi ha fat...
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